mercoledì 29 agosto 2018

Recensione Razer Huntsman Elite con switch opto-meccanici | FWC EP13 - [ad_1]

Razer è conosciuta dagli appassionati come l’azienda con gli accessori da gaming più vistosi in commercio. Dovrei scrivere tamarri, ma pochi capirebbero il lato giocoso del termine. Quindi vistosi, appariscenti, e via. Luci RGB, strisce LED dentro il telaio, scelte cromatiche sempre scure abbinate a design spigolosi e a colori fluorescenti. È un approccio che piace agli utenti giovani e che trova sempre più notorietà grazie agli eventi di eSport.

Anche l’ultima tastiera da gaming prodotta, la migliore di tutta la gamma, è fatta così. Razer Huntsman Elite ha un corpo nero opaco, un poggiapolsi in simil-pelle scura, un cavo intrecciato in fibra nera, e un insieme di LED RGB e strisce colorate come nessun altro modello. Ma questa volta ci sono anche delle novità tecniche meritevoli di attenzione. Tra tutte, degli switch opto-meccanici al posto dei meccanici più tradizionali. Ed è proprio per questo motivo che gli dedichiamo una puntata di una serie “snob” come Fun With Caps.


Fun with Caps! è una nuova serie di HDblog.it con recensioni e prove alle migliori tastiere meccaniche in commercio. Proviamo modelli per il mercato consumer, da gaming o da ufficio, e prodotti di nicchia, da veri intenditori. Per ricevere le notifiche dei nuovi episodi è consigliato iscriversi al canale Youtube di HDblog.it. C’è anche una playlist dedicata. Buon divertimento!

Delle due versioni in commercio abbiamo provato la Huntsman Elite. Ha i controlli multimediali, più luci, più LED, il poggiapolsi in confezione. Costa 210 euro, al netto di offerte e promozioni. Non è poco, ma sappiamo che i prodotti di questa azienda sono così. Prendere o lasciare. Chi vuol spendere meno senza rinunciare alla qualità (anzi, scegliendo prodotti più affinati e meno commerciali) guardi le altre puntate della serie. Dicevo: la ammettiamo su Fun With Caps per alcuni meriti e certe stranezze.

Tasti multimediali e rotella

Anzitutto, Huntsman Elite ha un backplate in alluminio anziché in plastica, e questo aumenta la resistenza alle sollecitazioni, cambia la risposta dei tasti, il suono degli switch, e fa in modo che, quando appoggiata su un piano, il corpo tastiera si faccia sentire. Pensate a quante volte al giorno battete sulla tastiera che avete sotto al monitor; i modelli con telaio in plastica assorbono un po’ di queste vibrazioni e le trasformano in un brutto suono (plasticoso, appunto). Questo vale meno nelle tastiere meccaniche con backplate in metallo (la placca interna, dove il più delle volte sono saldati gli switch) e sparisce del tutto quando anche l’esterno è fatto della stessa lega. Le tastiere Razer Huntsman hanno qualche inserito in plastica (altrimenti peserebbero 3 kg e mezzo, non 1.2 kg - avete mai provato a sollevare una Model F?) ma possono essere inserite tra gli accessori da gaming più solidi sul mercato.

Anzitutto la Razer Huntsman Elite ha i controlli multimediali sul vertice destro. Quattro tasti per la riproduzione multimediale e una rotella con pulsante centrale per il volume. La rotella può essere assegnata ai programmi installati nel PC dal software Razer Synapse 3 ed usata in un modo simile alla Surface Dial. Simile ma non identico, perché manca il supporto all’interfaccia nativa del Microsoft RadialController. Chi ha usato una manopola simile per cambiare il volume vi potrà confermare la sua comodità, la sensazione di controllo sul volume dell’averla sempre lì a portata di dito. Ma personalmente credo che l’implementazione di Razer abbia un problema ergonomico: la fila di tasti che sta sotto è troppo vicina alla rotella, e la sua corona righettata non sporge abbastanza. Mi son trovato meglio con la DasKeyboard 4; qui, devo stare attento a non schiacciare qualcosa per errore.

Ho un’altra critica: i tasti multimediali hanno un click poco convincente, sordo e strano; un dettaglio che su una tastiera meccanica tanto costosa diventa una pecca.

Poggiapolsi underglow

Parliamo del poggiapolsi in simil-pelle con logo Razer inciso sopra? La grande novità è nella illuminazione underglow con 24 zone personalizzabili integrata su tre lati. Questa striscia di colore si comanda da Synapse 3 in modo indipendente, oppure può assecondare gli effetti della tastiera. Comunica con il corpo attraverso dei Pogo pin, ed ha un aggancio magnetico per allinearsi al telaio. Devo dire che fa un bell’effetto quando è acceso perché non ha un’illuminazione invadente; fa un bagliore soffuso. E poi è comodo perché morbido e largo. Tra l’altro i Pogo pin sulla tastiera permetteranno a Razer di attaccare altri accessori, magari un touchpad o un sistema di ricarica wireless.

Un possibile vincolo potrebbe essere la sua altezza dal piano, perché non va a sfinare come la maggior parte dei poggiapolsi in legno. Un vero compromesso è invece il secondo cavo USB necessario per fornire corrente al tutto. Di solito, le tastiere con doppio connettore hanno porte USB passthrough sul retro del telaio, mentre qui serve per accendere il poggiapolsi.

Integrazione con Philips Hue

Però non è energia sprecata; i modi per usarla non mancano. Il sistema di illuminazione di Razer Huntsman Elite ha la la underglow a 38 zone (!) sui lati, e un LED RGB sotto ogni tasto. Dal solito Synapse 3 si scelgono gli effetti, si personalizzano i colori, si assegna e si salvano i profili, volendo anche specifici per un gioco così da avere un’illuminazione che metta in risalto i tasti che ci interessano. Dopotutto, è una tastiera specifica per il gaming. Tuttavia ricavate il massimo se avete un impianto di luci Hue. La tastiera Razer è compatibile con l’illuminazione dinamica delle Philips Hue, così da avere una luce coordinata.

Nel mio setup, la tastiera usa i colori delle strisce LED dietro ai monitor e della lampada Go alle mie spalle ma, volendo, si possono sincronizzare solo certe lampade. Questa compatibilità tra Huntsman e Philips Hue è esclusiva di Razer. Non si possono ancora attivare tutti gli effetti di luce ma, di sicuro, per un ragazzo appassionato di videogiochi, con il suo bel PC colorato e una stanza illuminata con le Hue, può fare la differenza.

Magari, continuo a trovare pesante e goffo il software Synapse 3. D’accordo sul numero di opzioni presenti e sull’essere un centro di controllo unico per tutte le periferiche Razer, ma ci dovrebbe essere una modalità semplice e una più approfondita perché, al momento, serve un po’ di pratica per capirci qualcosa. E quando un software mi obbliga a ragionare, facendomi sentire impreparato, significa solo che è stato progettato male.

Synapse salva su cloud i profili creati (fino a 5 possono essere memorizzati nella memoria interna della tastiera), ma questa dovrebbe essere un’opzione non una pretesa; io vorrei poter personalizzare la tastiera senza dover entrare con il mio account.

Gli switch opto-meccanici

Razer Huntsman e Huntsman Elite usano switch opto-meccanici, quindi diversi dal solito. Si chiamano Razer Purple, e sono degli switch tattili da 45 grammi. Il loro “click” ricorda quello dei Cherry MX Blue ma ha un suono più sottile. Con una corsa di 3.5 mm e un punto di attuazione pari a 1.5 mm, si possono considerare capaci di prestazioni da switch lineari con il click (una sorta di controsenso), ma in realtà sono particolari per un altro motivo.

Anziché un sistema meccanico, i Razer Purple usano un fascio di luce laser per capire quando il tasto è stato premuto o rilasciato. Quando si schiaccia uno di questi switch, il raggio laser raggiunge il sensore ottico sull’estremo opposto e invia il segnale alla scheda. In teoria questo approccio annulla i tempi di risposta perché lavora alla velocità della luce, ma si parla di millisecondi e non è scontato poter apprezzare le differenze. Anche perché, e su questo si sta discutendo, le tastiera Huntsman non usano fibra ottica per la trasmissione successiva del segnale.


Nota: Razer Huntsman non sono le prime tastiere ad usare switch opto-meccanici; degli interruttori identici, per forma e e per specifiche, chiamati LK 3 Libra o Light Strikes 3, sono montati in alcune tastiere Bloody di A4Tech. Sono noti da anni agli appassionati. A Razer va l’onore di averli inseriti su un prodotto “di marca” ma non si può parlare né di esclusiva, né di innovazione.

Si può comunque parlare degli switch opto-meccanici come degli interruttori ad altissima velocità, soprattutto perché, senza le parti meccaniche sul punto di attuazione, si annulla anche quel minimo rimbalzo che porta ad una determinata latenza e che fa la differenza nell’esperienza utente. E questo permette di avere l’attuazione esattamente quando si percepisce il click. Razer li promuove con un +30% di velocità rispetto a qualsiasi altro modello. Per questo li consiglia nei tornei eSport, nel gaming competitivo e in tutte quelle occasioni in cui non si può rischiare di “perdere un click”. Non è tanto una questione di reazione dell’interruttore, quanto la sicurezza di avere la migliore velocità possibile ad ogni pressione.


Sulla carta, la tecnologia ottica ha altri vantaggi. Meno componenti interni significa anche meno possibilità di rottura: i Razer Purple hanno una durata stimata di 100 milioni di pressioni contro i 50 milioni di pressioni dei Cherry MX. Si rende facoltativa la saldatura quindi si possono avere tastiere con switch sostituibili ad un costo inferiore dei modelli attuali. Volendo, si può far funzionare il tutto sott’acqua così da adattarlo a contesti settoriali.


L’implementazione Razer prevede una barra stabilizzatrice tra lo steam (lo stantuffo viola) e la base dello switch: serve a rendere più consistente la pressione, così che non si sentano differenze tra il bordo del tasto e il centro. È come se fossero guidati nel loro movimento da un componente più discreto della camera in cui solitamente scivolano gli steam dei modelli Cherry. Nella pratica non c'è grande stabilità; anche nel video si nota bene tutto il movimento del tasto quando non è a fine corsa. È un effetto brutto da commentare ma che incide pochissimo nella resta finale. Huntsman Elite è una delle tastiere con cui si sbaglia meno, proprio perché la barra stabilizzatrice riesce sempre a trasformare la nostra pressione in una battuta. Dire più normalizzatrice di stabilizzatrice.

Dettagli tecnici a parte, l’esperienza di scrittura con i Razer Purple è strana e unica. Per una parte della loro corsa, fino a 1.5 mm, sono più leggeri dei Cherry MX Red; poi tornano indietro con un click metallico. Non amo questo genere di suono mentre scrivo (se deve esserci una conferma alla pressione, preferisco il clack della Model M/F al click degli MX Blue e derivati) ma qui apprezzo il feedback tattile. E mi piace il poggiapolsi morbido, l’illuminazione volendo discreta, la forma scavata dei keycaps.



Keycaps che, di contro, fanno perdere valore alle Razer Huntsman. Fabbricati in ABS sottile, con una finitura liscia e velata, sono l’esatto opposto di quel che si considera una scelta di qualità. Preferisco sicuramente i keycaps porosi in PBT spesso, e credo di parlare a nome di tutti gli appassionati. Razer ha scelto un font accettabile per le incisioni sui tasti, ma i materiali dei keycaps non sono adeguati al costo della tastiera. Se non altro, sono compatibili con lo standard Cherry quindi facili da sostituire.

Considerazioni finali

Il vanto della nuova serie Razer Huntsman è negli switch opto-meccanici, ma dopo un mese di utilizzo credo che si possa scegliere per altri motivi. La comodità di scrittura anche dopo ore di lavoro, l’illuminazione personalizzabile dei tasti, quella avvolgente del poggiapolsi, l’integrazione con le Philips Hue. E poi la velocità degli switch intesa come leggerezza di pressione abbinata al click tattile che ne viene fuori e la rotella assegnabile a programmi diversi dal controllo volume di Windows. È una buona tastiera anche per il montaggio video, per l’editing audio, per la personalizzazione delle macro e dei colori che possono migliorare la postazione di un creativo. In questi contesti, il click sonoro serve anche a confermare la pressione. Gli switch Razer Purple fanno una buona impressione: le prestazioni dei lineari con il gusto del click. Ma in questo momento obbligano il feedback tattile e non è un aspetto marginale per chi non è abituato (o non può fare tanto rumore).

Il vero limite della tastiera è nei materiali usati: plastica, un po' di lega metallica per il backplate, e ancora plastica. I keycaps in ABS sottile peggiorano l'esperienza utente; la sensazione di sovrapprezzo è aumentata dalle flessioni del corpo, dagli scricchiolii. Come detto nel video e come scritto qua, non c'è un problema costruttivo, ma un vero limite al piacere tattile: la consapevolezza di aver pagato tanto per un prodotto meno raffinato dei rivali - almeno da questo punto di vista. È il difetto della maggior parte delle "meccaniche di marca" ma io continuo a non digerirlo.

Razer Huntsman è perfetta per chi ha altri accessori gaming dell’azienda; eccezionale come regalo per un ragazzo appassionato. Da tenere in considerazione per chi cerca un modello pieno di funzionalità da usare sul PC di casa. Sconsigliata a chi cerca eleganza, un layout italiano e rapporto qualità prezzo di tutt’altro livello. Altri dettagli sul sito Razer Italia.

Razer Huntsman Elite: pro e contro

È costruita in plastica e usa keycaps scarsi (ABS).Costosa e disponibile solo con layout US.Cavo integrato con due spinotti USB, ma nessun HUB.Switch opto-meccanici un po' ballerini, e soltanto in edizione tattile.



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Sorgente articolo: HDblog.it https://goo.gl/fcC4Sp

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