IBM non ha più il primato per aver realizzato il computer più piccolo al mondo - ovvero dalle stesse dimensioni di un granello di sale grosso. L'Università del Michigan ha battuto l'azienda statunitense con un progetto di ricerca che ha portato allo sviluppo di un concorrente dieci volte più piccolo rispetto alla soluzione di IBM: appena 0,04 millimetri cubici, e 0,3 millimetri per lato. Si tratta di una versione ancor più miniaturizzata del Micro Mote che la stessa Università realizzò nel 2014 (il precedente ''nano-computer'' misurava 2x2x4 millimetri).
Il componente integra un'unità di calcolo basata sull'architettura ARM Cortex-MO+, un sistema basato su celle fotovoltaiche che forniscono l'alimentazione, e moduli wireless per la trasmissione e la ricezione dei dati. Le dimensioni lillipuziane hanno comportato la ricerca di soluzioni alternative rispetto alle tecnologie convenzionali: ad esempio, i moduli radio non possono usare le antenne radio tradizionali e sfruttano la luce visibile per la trasmissione dei dati. E' la stessa luce a fornire l'alimentazione necessaria al funzionamento.
I ricercatori hanno affrontato varie sfide poste dalla progettazione di un'unità di calcolo di dimensioni così ridotte, ad esempio, riuscire a contenere gli effetti negativi del rumore elettrico che si genera in un dispositivo che opera a così bassa potenza. C'è però un limite che lo accomuna al nano-computer di IBM: quando si interrompe l'alimentazione, i dati vengono cancellati.
Abbiamo dovuto inventare nuovi modi per la progettazione dei circuiti per renderli al tempo stesso a basso consumo ed in grado di tollerare la luce [il system packaging è trasparente ndr.]
In concreto, il computer che fa sembrare gigante un chicco di riso (si veda l'immagine in apertura) può essere impiegato come sensore per il rilevamento della temperatura in aree di dimensioni estremamente ridotte. Gli ambiti di applicazione sono molteplici: ad esempio, il chip, essendo piccolo bio-compatibile, potrebbe essere usato per il rilevamento di alcuni tumori - ad esempio, il glaucoma oculare - o per valutare i trattamenti contro il cancro (alcuni studi sostengono che i tessuti tumorali hanno una temperatura più elevata di quelli sani), ma anche per monitorare i processi biochimici e le riserve di petrolio, o condurre studi sulle lumache.
Un progetto che fa compiere un ulteriore passo avanti nel percorso che porta a creare computer sempre più miniaturizzati, anche se sul concetto di computer gli stessi ricercatori pongono un interrogativo non banale: è corretto chiamarlo così? La domanda è legata al significato stesso da attribuire al termine, che dipende dal grado di completezza richiesta da un elaboratore - come detto, allo stato attuale non è possibile prevedere una memoria di storage on-board.
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