Abbiamo già parlato di come Apple si sia garantita un posto d’onore all’interno del mondo smartphone e di come l’azienda riesca ad assicurarsi un grande margine di profitto dalla vendita dei suoi melafonini. Ora pare però che la casa di Cupertino abbia trovato un altro escamotage per innalzare ulteriormente i profitti.
Più storage e più guadagno per Apple
I nuovi arrivati di casa Apple hanno innalzato ulteriormente il prezzo medio per l’acquisto di uno smartphone nel mercato globale. Il prezzo di partenza di iPhone XS, nella configurazione con 64GB di memoria interna, giunge allo stesso prezzo di lancio dello scorso iPhone X.
È infatti imputabile alla variante da 512GB il vertiginoso aumento di costo. I due modelli con taglio da 512GB arrivano a costare 1589€ per iPhone XS e addirittura 1689€ per il modello Max, una cifra esorbitante se si pensa sia legata esclusivamente all’acquisto di uno smartphone.
A tal proposito, Mark Gurman della Bloomber Technology, crede che Apple sia spingendo sempre più i consumatori verso l’acquisto della massima configurazione dei suoi smartphone. Lo farebbe soprattutto, puntando sulla crescente necessità di spazio dovuta all’utilizzo di fotocamere capaci di generare immagini e video sempre più “pesanti” ed aumentando la dimensione delle applicazioni.
Bloomberg non si ferma qui e rilascia un rapporto in cui spiega che, per l’incremento di memoria tra il modello da 256Gb e quello da 512GB, il consumatore è costretto a pagare circa 200$ di differenza. Tale importo, genera da solo circa 134$ di profitto per l’azienda di Cupertino.
Ciò emerge considerando il prezzo all’ingrosso delle memorie, per le quali la differenza tra l’intermedia e la massima equivale a 66,24$. Se questa cifra si sottrae all’incremento di prezzo richiesto da Apple per l’acquisto della massima configurazione, si nota come il margine finale è di ben 134$.
Apple quindi, sembra aver capito che l’incremento della capacità di storage dei suoi iPhone possa fruttarle profitti sempre più interessanti. Anche perché ciò, potrebbe spingere gli utenti a cercare conseguentemente piani di archiviazione cloud più costosi, aggiungendo ulteriori ricavi per l’azienda.
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