venerdì 19 ottobre 2018

Internet: l'accesso alla rete si diffonde sempre più lentamente | L'allarme - [ad_1]

Il ritmo con cui si diffonde l'accesso a Internet nel mondo ha subito un notevole rallentamento: in dieci anni, dal 2007 al 2017, il tasso di crescita dell'accesso a Internet a livello globale ha perso più di dieci punti percentuali, passando dal 19% a meno del 6%; il tutto nonostante in Cina si sia arrivati alla cifra record di 800 milioni di persone connesse. A lanciare l'allarme, suggerendo come la rivoluzione digitale - che sembrava ormai una certezza - potrebbe rimanere solo un miraggio per miliardi di persone che vivono nelle aree più povere e isolate del mondo, è stato The Guardian.

La testata britannica infatti ha avuto occasione di consultare un report basato sui dati delle Nazioni Unite che sarà pubblicato il mese prossimo da Web Foundation, un'organizzazione fondata da Tim Berners-Lee, l'inventore del world wide web. Secondo quanto riferito, il ritmo di crescita del progressivo accesso a Internet ha avuto una brusca battuta d'arresto a partire dal 2015, precludendo a donne e comunità rurali le opportunità offerte dalla rete.


Una situazione che rischia di aumentare le disuguaglianze, perché Internet non è solo veicolo di opportunità economiche ma permette anche di accedere a dibattiti pubblici, educazione, gruppi sociali e molto altro: la rilevanza del problema è nota anche a Facebook, che qualche tempo fa aveva pensato di utilizzare i satelliti per diffondere internet anche nelle aree più disagiate. Come ha spiegato Dhanaraj Thakur, research director presso Web Foundation, chi rimane tagliato fuori verrà progressivamente spinto ai margini della società:

"Abbiamo sottovalutato la possibilità di un rallentamento, e adesso il tasso di crescita è davvero preoccupante. Se alcune persone possono connettersi a Internet e altre no, le disuguaglianze esistenti non faranno altro che crescere: se non ne fai parte, perdi molte occasioni decisive".


Nel 2014 le Nazioni Unite avevano previsto che entro il 2017 metà del mondo sarebbe stato online. Stando ai dati attuali però, questo traguardo non sarà raggiunto prima del maggio 2019; una prospettiva scoraggiante, se si pensa che il termine fissato perché tutti avessero un accesso a Internet abbordabile era il 2020. Se la crescita si fosse mantenuta costante, intorno all'11%, dal 2005 al 2017, oggi su Internet ci sarebbero almeno 500 milioni di persone in più, che oggi mancano all'appello.

A peggiorare il quadro, dei 3,8 miliardi di persone che rimangono offline la grande maggioranza sono donne; nelle aree urbane povere, il numero degli uomini connessi arriva ad essere anche il doppio di quello delle donne. Ciò non è dovuto solo al divario salariale, ma anche ai costumi sociali: in certe comunità l'idea che una donna possegga qualcosa, anche uno smartphone, è inconcepibile. Secondo Malcom Johnson, segretario generale dell'International Telecommunication Union delle Nazioni Unite, i dati che saranno diffusi a dicembre confermeranno il rallentamento:

"Per invertire il trend abbiamo bisogno di una connettività molto più a buon mercato e c'è molto lavoro da fare sui contenuti per attrarre sempre più persone: bisogna far sì che anche per loro valga la pena connettersi, che trovino contenuti comprensibili e validi".


Il problema infatti è che nelle aree dove si trova la maggioranza delle persone offline spesso ci sono condizioni che rendono difficile - e quindi costoso - connettersi a Internet. Dovendo applicare delle tariffe piuttosto care per rientrare degli investimenti attuati per instaurare una rete, le compagnie di telecomunicazioni sono restie a investire in luoghi in cui la popolazione non può permettersi di pagare i costi. Per di più, Internet potrebbe risultare poco appetibile per gli abitanti delle regioni più remote del mondo, dato che i contenuti spesso non sono nella loro madrelingua.

Insomma, come ha concluso Nanjira Sambuli, impegnata con Web Foundation per promuovere un accesso egualitario al web, "la tecnologia non è una soluzione miracolosa che risolverà tutte le disuguaglianze esistenti, perché ci sono altri fattori reali da considerare. Questi dati sono un duro avvertimento riguardo le sfide che ci attendono".



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Sorgente articolo: HDblog.it https://goo.gl/DW1j7X

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