Perchè mai dovrei spendere 1000€ per uno smartphone di fascia alta se ci sono modelli che costano la metà? Questa è la domanda che mi sono posto appena ho iniziato la la mia esperienza con OnePlus 6T, un quesito banale ma molto importante che voglio sviluppare insieme a voi in questa recensione. Ma vi avverto che sarà diversa dalle altre, abbiamo già toccato diversi temi nella nostra anteprima, dopo 1 settimana di utilizzo, e non voglio quindi ripetermi troppo.
Il 6T è il mio smartphone da circa 20 giorni, sempre utilizzato con due SIM e spremuto a più non posso per conoscerlo più a fondo e capirne i limiti. D'altronde costa "poco" come top di gamma e mi aspettavo di trovare più falle, ma ho dovuto ricredermi. Ribadisco che non sono un grande fan dei loro cicli rapidi, con refresh che dopo pochi mesi rende "vecchio" il precedente, per quanto se ne possa dire è ovvio che gli acquirenti del OP6 possano "rosicare". La soluzione? Saltare puntualmente la prima versione e attendere quella "xT".
Il confronto con il suo predecessore è obbligatorio, comincio quindi con una panoramica riassuntiva di cosa sia stato migliorato e peggiorato, raccontandovi poi la mia esperienza diretta in pochi punti.
ONEPLUS 6T E' MEGLIO DEL 6, E NON DI POCO
Abbiamo discusso tanto di questo terminale, prima e dopo della sua presentazione, e nei primi istanti, in molti ci siamo detti: "tutto qua, sono solo queste le novità?". In effetti non sono molte, non sono tutte necessariamente positive, ma cambiano sensibilmente il tipo d'esperienza e, quindi, la percezione complessiva. Quindi OnePlus 6T non è uguale al precedente, è migliore e costa uguale, ma poco importa visto che ufficialmente viene venduto soltanto l'ultimo arrivato.
L'autonomia è sensibilmente migliorata, la nuova batteria da 3.700mAh si è comportata meglio di quanto mi attendessi e il live batteria si è concluso soltanto alle 22.50 (partenza alle 08.00).
Ma la mia idea non si basa solo su questo, come detto lo sto usando come smartphone principale e anche a seguito dell'ultimo aggiornamento software ho constatato un netto passo in avanti.
Ho anche notato che i consumi sono costanti nel tempo, lo si vede dal grafico che vedete a fianco relativo alla giornata stress ricordata prima, una prova che Snapdragon 845 è ben domato e non richiede troppe risorse quando le esigenze aumentano. Oltretutto è migliorato anche il comportamento in standby con l'ultimissimo firmware, ciliegina sulla torta già golosa.
Resta la ricarica rapida dash con caricabatterie 5V 4A ma latita ancora lo standard Qi, quindi niente energia wireless e stessa USB Type-C 2.0 che speravamo fosse aggiornata. Pazienza, compromessi da mettere in lista. Nessuna variazione per la ricezione, le due SIM hanno sempre funzionato al massimo della banda disponibile e anche il resto del comparto connettività ha confermato le buone attese (WiFi ac e BT 5.0).
IMBARAZZO DELLA SCELTA: SBLOCCO VISO E IMPRONTE TOP
E qui entriamo in un ambito complicato. La domanda da farsi è: meglio un lettore classico rapidissimo o uno moderno (poco più lento) sotto al display? Per me vale la seconda opzione, se non altro perchè inseguo ogni giorno l'innovazione tecnologica e mi rendo conto che per certi passaggi importanti ci vuol tempo. Diciamo che entro fine 2019 avremo probabilmente dei lettori d'impronte sotto ai display egualmente rapidi in lettura, ma adesso c'è ancora qualche piccola defaillance.
Se parliamo di velocità pura nello sblocco posso dirvi che riesce ad anticipare di poco quello del Mate 20 Pro (l'ho mostrato nei video), ma trovo leggermente "sbagliata" la posizione del lettore biometrico, posto un po' troppo in basso e trovo decisamente più comodo quello del nuovo top di gamma Huawei. Il fatto è che l'area è ben circoscritta e non si può sbagliare di molto, e personalmente lo preferisco più in alto, magari è soggettivo.
Aggiungo che l'animazione di sblocco è bella, molto futuristica, ma può dare qualche fastidio di notte visto che in quella zona vengono attivati i pixel alla massima luminosità. Non è un vero problema, ne hanno parlato in tanti e voglio quindi tranquillizzare sul tema; al massimo sarebbe utile poter disattivare l'animazione così da ridurre la (poca) luce generata. Non sveglierete il partner che vi dorme accanto con uno sblocco o rimarrete "ciechi" nel buio della notte, se è questo che stavate pensando.
NOTCH CHE CAMBIA FORMA, E MENOMALE
Difficile che ci sia un qualche sostenitore del notch, necessità estetica pronta presto a sparire grazie alle numerose strade che i produttori di smartphone stanno percorrendo pur di evitarlo. Samsung non lo ha mai preso in considerazione, altri hanno adottato una tacca più piccolina e altri più grande, invasiva, come quella presente su OP6. Sulla nuova variante la musica è cambiata, a lasciar spazio alla fotocamera anteriore una piccola "goccia", poco invasiva e capace di lasciar spazio adeguato alle icone della barra di stato.
Anche questo è un piccolo cambiamento che fa la differenza, sia estetica sia funzionale. Non devo sottostare ai compromessi già visti su smartphone odierni dal notch ampio, e problema sensibilmente ridotto. Possiamo poi sfruttare il display AMOLED e pareggiare la linea nera della tacca via software, annullando l'effetto di questa piccola goccia centrale. In tal caso le icone restano, ma in bianco su sfondo nero.
Segnalo poi la protezione del Gorilla Glass 6, ultima generazione Corning disponibile solo su alcuni modelli.
Il resto del display è quasi invariato, come sapete la diagonale è stata ampliata leggermente fino ai 6.41 pollici, ma stessa risoluzione FHD+ (1080 x 2340 pixel) e densità (402ppi).
LA OXYGEN 9.0.5 VA ALLA GRANDE
Mi piace la semplicità dell'interfaccia, OnePlus lo sa bene e continuato su questa strada maestra, avendo tra i vantaggi una personalizzazione molto vicina alla stock e aggiornamenti più rapidi. Android Pie non è del tutto completo, mancano alcune delle ultime funzioni come "Benessere Digitale", da noi forzato nell'installazione per render più completi i dati del live batteria.
La Oxygen 9.0.5 è semplice, rapidissima e facilmente personalizzabile, diciamo che è facile da apprezzare e aperta a tutti gli utilizzatori finali. Mi chiedo come mai altri brand più blasonati siano impantanati su pesanti personalizzazioni mangia batteria, quando la strada più semplice è evidentemente questa. Ormai anche i meno attenti seguono l'andamento degli aggiornamenti e perfino l'Antitrust si è presa carico di qualche "dimenticanza" delle case produttrici.
Il software è una delle chiavi vincenti di OnePlus, spin-off che nel giro di qualche anno è riuscita a dimostrare come aver successo sfruttando un modello di business "diverso", un po' fuori dal coro. La Oxygen non ha mai deluso e anche a questo giro è una conferma, seppur ci siano delle leggerezze in alcuni punti: penso all'App della fotocamera, senza i necessari dettagli sulla risoluzione e solo l'icona del formato (4:3, 16:9 e 1:1).
Infine segnalo la categoria nativa "Barra e gesti di navigazione" e l'ampia scelta di personalizzazione della navbar. Oltre ai tre tasti classici abbiamo infatti le gestures già viste sugli ultimi Google Pixel 3 e i cosiddetti "gesti per la navigazione", che punta tutto su swipe e più spazio attivo su display.
FOTO E VIDEO CHE NON CAMBIANO
OnePlus non ha cambiato affatto il comparto fotocamere, si è affidata ai medesimi sensori d'immagine montati su OP6 e la cosa di certo non mi sconvolge. La qualità raggiunta è più che accettabile per questa fascia, con il Sony IMX 519 da 16MP a far da protagonista, con foto del tutto paragonabile ad altri top di gamma ben più blasonati, sia di giorno sia di notte.
Gamma cromatica riprodotta particolarmente fedele alla realtà e bella ottica f/1.7 che assicura delle macro di tutto rispetto e bokeh appagante quando ci avviciniamo molto al soggetto.
Ad ogni modo abbiamo la categoria "Ritratto" per bokeh ancora più spinti, seppur sia possibile sfruttarlo solo con la fotocamera primaria. Il risultato è ottimo e zero problemi in fase di scontorno del soggetto.
La seconda fotocamera da 20 MP (Sony IMX 376K f/1.7) è il "classico" tele 2x che permette di spingersi un po' più in là e senza perdere dettaglio. I pixel sono infatti più piccolini rispetto alla principale (1.0 µm contro 1.22 µm) ma i colori e la temperatura coincidono, non ci sono quindi differenze nel passaggio da una all'altra. Ecco un esempio di campo visivo ripreso dallo stesso identico punto di osservazione:
Più che buona anche la fotocamera anteriore (Sony IMX 371) da 16MP, il livello di dettaglio è altissimo e le tonalità della pelle ben riprodotte.
Video che vantano stabilizzazione ottica e possibilità di acquisizione fino al 4K a 60fps, su questo fronte sembra propio che OnePlus non abbia molto da imparare dagli altri ed offra piuttosto una qualità che non ti aspetti per 559 euro (al day-one). Bene anche la messa a fuoco, per darvi un'idea del risultato ecco un test effettuato in condizioni di luminosità molto difficili e in movimento nel corso della presentazione del Bolid-E Energica:
CONCLUSIONE
OnePlus è ancora poco noto ai più, ma in pochi anni si è fatto largo anche dalle nostre parti, da smartphone di "nicchia" per pochi smanettoni è passato al livello superiore, puntando sempre su caratteristiche di pregio e prezzi concorrenziali. I primi modelli erano decisamente più economici, è vero, ma con i tempi che corrono possiamo ancora considerare OnePlus come uno dei più "abbordabili"; solo pochi brand, nel 2018, sono riusciti a commercializzare un top di gamma sotto i 600 euro (tra gli altri ricordo Asus, Xiaomi e Meizu).
Ci sono dei compromessi, è ovvio e ve li ho raccontanti in questa recensione, ma ci sono anche dei punti forti che voglio ricordare: autonomia, sistemi di sblocco e software, con quest'ultimo che fa la vera differenza. La verità è che in queste settimane OP6T si è aggiornato due volte, passando dalla v9.0.3 all'attuale v9.0.5, piccoli aggiustamenti che mostrano comunque l'attenzione per certi particolari (gestione consumi in standby, sblocco e altro).
Non mi ha entusiasmato l'audio, o meglio, se vogliamo considerare questo terminale un medio gamma allora non c'è nulla di cui lamentarsi, ma la distanza rispetto agli ultimi top come Pixel 3 XL, Xperia XZ3 e ROG Phone è più che evidente.
Avrei voluto definirlo un "best buy", tuttavia non è possibile farlo, perchè il termine stesso delinea il miglior prodotto da acquistare per quel costo o fascia. Se OnePlus lo avesse lanciato al posto del 6 lo sarebbe stato di certo, ma adesso, in questo momento dell'anno, ci sono altri top di gamma di fascia ancor superiore che contano su corpose svalutazioni: vedi Galaxy S9+, LG G7 e P20 Pro, tutti prossimi ai 559/589€ di OP6T (6GB/8GB di RAM) o addirittura al di sotto.
Comprerei al volto questo modello e lo consiglierei anche ai meno smanettoni, appassionati, ma non sarò altrettanto morbido fra 6 mesi con i prossimo "OP7", l'unica variante che ha senso resta la "T" della seconda parte dell'anno.
PRO E CONTRO
VOTO 8.5
VIDEO
(aggiornamento del 08 novembre 2018, ore 22:21)
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