sabato 3 novembre 2018

Recensione Microsoft Surface Go: l'arte di bastare a s stessi - [ad_1]

Surface Go va premiato per il coraggio. Perché quando ti trovi sul mercato con uno schermo da 10 pollici, Windows S, processore Pentium, e un prezzo di listino vicino ai 700 euro, devi dimostrare il doppio del tuo valore per far ricredere tutti. Ed ammetto che io, come molti di voi, non ci vedevo una buona prospettiva. A renderlo meno interessante il lancio ritardato sul nostro mercato, la sua tastiera e la sua penna ancora venduti a parte, la presentazione dei Surface Pro 6 e quindi le promozioni sui Pro 2017. Ho messo le mani su Surface Go sicuro di trovarmi davanti ad un costoso, discutibile, portatilino per fare poco.

Specifiche tecniche Surface Go

  • Schermo: 10” 1800 x 1200 px (3:2) / Digitalizzatore 4096 livelli / Gorilla Glass 3
  • CPU: Intel Pentium Gold 4415Y Dual Core 1.6 GHz (TDP 6W)
  • GPU Intel HD 615, 24 EUs 300-850 MHz
  • RAM: 4 o 8 GB 1.866 MHz LPDDR3 (saldata)
  • Memoria interna: 64 GB eMMC o 128 GB SSD
  • Fotocamere: posteriore da 8 MPX / Frontale IR da 5 MPX con Windows Hello
  • Connettività: Wi-Fi ac / Bluetooth 4.1 / LTE (opzionale)
  • Porte: microSD / USB-C 3.1 / Jack 3.5 mm combo / Surface Connect
  • Telaio con tastiera: 245x175x10.3 mm / Peso: 770 grammi
  • Alimentatore da 24 W (15V@1.6A) / Batteria da 27 Wh
  • Sistema operativo: Windows 10 S (aggiornamento a Windows 10 Pro gratuito).

E invece mi sbagliavo. Surface Go dà esempio di produttività in movimento. È per compiti comuni, ovvio, non va bene per il montaggio video e per il gaming, ma resta reattivo anche con 10 tab aperti su Chrome e un paio di software sotto, dà soddisfazione con il fotoritocco non professionale (che poi, sulla pretesa del “professionale” ci sarebbe da discutere) ed è perfetto quando si deve scrivere, correggere PDF, prendere appunti con la penna, guardare cose multimediali. Si avvia veloce quanto un Ultrabook ed è costruito meglio di tanti portatili da oltre 1000 euro. Si può caricare con la USB-C, si sblocca con il volto, ha due fotocamere per riprendere anche la lavagna davanti a noi, ha una tastiera retroilluminata con tasti alti e stabili, il touchpad per lasciare il mouse a casa, ed è fanless, senza ventole, quindi silenzioso (senza traccia di coil whine) e freddo.

Surface Go è un tuttofare da 770 grammi e 10 mm di spessore - tastiera compresa - assemblato e costruito senza compromessi. Sarà per la compattezza della diagonale, ma questo Surface è uno dei portatili più solidi sul mercato. Il telaio non flette quando è sotto pressione, la kickstand non flette quando si tira fuori dal suo incavo, la tastiera non flette quando si preme al centro. Gli angoli morbidi dei bordi e la verniciatura appena ruvida sono decisioni azzeccate, perché rendono più semplice portarlo in giro. La stoffa morbida della tastiera cover non trattiene le ditate ed ha una funzione anti-scivolo. Il magnete che la collega al tablet è forte al punto da reggere tutto il peso se lo tiriamo su dalla tastiera. Anche la kickstand del tutto aperta in modalità "scrittura con la penna" ha un rimbalzo minore rispetto ai Surface precedenti. Forse è proprio questa cura progettuale a renderlo così costoso.

Chi usa portatili da 13 pollici troverà la tastiera piccola, per quanto sia la migliore nella categoria dei 10 pollici. Arriva ai bordi del telaio (più di quanto faccia il display) ed ha una retroilluminazione senza sbavature di luce. I suoi tasti sono più alti della media per una risposta alla pressione nitida e smorzata, non secca. Scrivere veloci con la Type Cover di Surface Go pretende dita lunghe e un po' di rodaggio, ma il feedback dei tasti dà soddisfazione ed è comunque molto migliore di quanto si riesca a fare su iPad Pro, Galaxy Tab S4, Matebook E e 2-in-1 simili. Quelle sono tastiere per rispondere alle e-mail; questa è una tastiera con cui scrivere.



Lavorare su un display da 10 pollici richiede organizzazione. Di solito, non è consigliato tenere aperte più di due finestre alla volta così come è una buona idea regolare l'ingrandimento dello schermo sul 150%. Dipende anche da cosa dovete fare; meglio, comunque, cercare di concentrarsi su un'operazione alla volta, sfruttare lo schermo intero e il passaggio tra desktop virtuali anziché tra una finestra e l'altra. Surface Go ha un display di qualità medio alta calibrato in fabbrica per una fedeltà cromatica adeguata al suo tipo di clientela. sRGB al 95% e DeltaE neri e colori sotto i 3 danno qualche garanzia a chi deve lavorare con la grafica, mentre una luminosità nella fascia dei 300 nit è resa comunque sufficiente da un trattamento anti-riflesso del vetro. Ho usato Surface Go vicino al finestrino di un treno per diverse ore senza sforzarmi più di tanto. Per fare davvero di meglio servirebbe un pannello da 150 nit in più ed è improbabile trovarlo in questa categoria.

Una nota: le misurazioni a seguire sono registrare con l'ultimo firmware disponibile al 30 ottobre 2018, quindi con la patch che ha migliorato la calibrazione. I risultati sono migliori di quelli visti su Surface Book 2 da 13 pollici.


La sorpresa del vedere Surface Go girare bene, essere reattivo e adeguato nel multi-tasking, si risolve con un paio di benchmark al disco SSD NVMe installato nella mia configurazione. Non consiglio il modello base con 64 GB di eMMC, perché lo spazio a disposizione è di circa 40 GB, e perché le prestazioni in lettura e scrittura non danno il vantaggio dell'altra versione. I risultati della tabella a seguire sono registrati con BitLocker attivo. È una buona idea lasciare attiva la sua protezione perché questa macchina ha la propensione alla mobilità di uno smartphone ed il rischio di perderla (per dimenticanza o per un furto) è più alto rispetto ad un normale laptop.

Ci sono molti dati di qualità qua sotto. A partire da PCMark 8 Home, non tanto lontano a quello di un Surface Pro con Core i5 del 2017 (l'edizione fanless), fino al test con iPerf v2 sulla Wi-Fi ac. Da notare i punteggi di 3DMark nel confronto con il Core i5-7Y54 del Matebook E, a confermare la migliore implementazione (dovuta anche al telaio più spesso) della GPU Intel HD 615. Questi risultati sono meno importanti dei grafici che vedremo tra poco, ma dimostrano quanto il chip Pentium 4415Y sia adeguato per questa categoria; ha il limite nel Turbo Boost (assente) e nella memoria cache L3 inferiore ai simili Core m3, ma il vantaggio di un TDP più alto e, quindi, di vincoli meno restrittivi.

Benchmark Surface Go

Surface Go
4415Y/8/128
Surface Pro i7
i7-7660U/16/512
Surface Pro i5
i5-7300u/8/256
Matebook E
i5-7Y54/4/256
GeekBench 4 2001/3961 4724/9471 4303/8442 3630/6784
Cinebench R15 30.97/161 63.19/378 30.33/231 27.37/183
3DMark FireStrike 294
SkyDiver 2633
CloudGate 4150
FireStrike 968
SkyDiver 1496
CloudGate 4197
FireStrike 891
SkyDiver 3324
CloudGate 4796
FireStrike 509
SkyDiver 1631
CloudGate 3088
PCMark 8 Home 2378 Home 3917 Home 2650 Home 2964
CrystalDisk Mark Seq: 1292/588
4K: 29/49
Seq 1660/942
4K 53/133
Seq 1648/822
4K 41/123
Seq: 552/479
4K: 34/77
Temp Max CPU: 78 °C
Esterna: 33 °C
CPU: 99 °C
Esterna: 38 °C
CPU: 79 °C
Esterna: 42 °C
CPU: 94 °C
Esterna: 35 °C
IPerf 2 WiFi 161/329 162/138 160/132 -

Test eseguiti in modalità massime prestazioni, con alimentatore collegato (ad eccezione della misurazione termica).

In altre parole, è più prevedibile e può stare per più tempo alla sua frequenza massima senza scaldare al punto da mandare in throttling/stallo il sistema. Il (miglior) punteggio di Cinebench R15 è stato registrato dopo alla terza esecuzione del benchmark; su una macchina con ventilazione attiva sarebbe un comportamento normale (perché le impostazioni più comuni aumentano l'efficienza del sistema di smaltimento dopo qualche minuto di attività, cercando, al contrario, di restare silenziose nei compiti brevi, nei primi minuti) mentre è più apprezzabile vederlo su una fanless. I grafici a seguire ci danno una rappresentazione visiva di quanto appena detto: nessuna variazione sulle frequenze di CPU e GPU, TDP stabile, temperature sotto controllo. Solo il benchmark di F1 2018 evidenzia i limiti del sistema con i giochi e con le operazioni grafiche sostenute, per quanto l'andamento di 3DMark sia apprezzabile anche nelle "spinte" verso i 10 watt.



Ma Surface Go non è un prodotto per i giochi 3D, inutile analizzarlo ancora. La piattaforma Intel fa buone cose nel multimediale con la decodifica hardware di VP9 e H.265 fino ai 4K 10-bit, proprio come i chip più costosi. È una buona notizia per lo streaming: su Edge, un video Youtube 4K impegna la CPU al 10% una volta a regime; con l'app di Netflix abbiamo valori simili.

La riproduzione Netflix è anche il contesto "online" con la migliore autonomia. E questo è il limite di Surface Go. La batteria da 27 Wh è piccola anche per i consumi ridotti del chip Pentium, ed è un peccato che sia una scelta strategica anziché un impedimento hardware. Microsoft avrebbe dovuto considerare di più questo aspetto perché la durata media in Wi-Fi, con navigazione Internet e un paio di software alternati non va oltre le cinque ore. Il più delle volte non è un problema perché è difficile lavorare per più tempo, ininterrottamente, su uno schermo tanto piccolo; ma è il peccato di una penalizzazione che il resto non avrebbe meritato. Per di più, Surface Go arriva con Connected Standby attivo e un conseguente draining non trascurabile. Giorni fa ho documentato questa disavventura in una sorta di live twitter.

Autonomia Surface Go

Consumo orario Autonomia
Navigazione Internet e Social
Firefox 8 tab / Telegram / SublimeText
-21.5% 4.6 ore
Netflix App a schemo intero -15% 6.6 ore
Giochi / Rendering / Stress Test -59% 1.7 ore
Draining da chiuso
Connected Standby on (predefinito)
-2.2% 45 ore
Ricarica in standby
Alimentatore originale da 15V @ 1.6A
da 20% a 80% 60 minuti

Luminosità schermo al 50% (circa 210 nit), audio al 50%. Modalità "Batteria migliorata".

Consiglio di disattivare il Connected Standby impostando su 0 la chiave "CsEnabled" in "HKEY_LOCAL_MACHINESYSTEMCurrentControlSetControlPower". Segnalo, infine, un paio di problemi con la riattivazione della connessione di rete dopo lo standby. Servono troppi secondi per accendere la Wi-Fi (ad esempio) così come capita che passi troppo tempo tra il riconoscimento del nostro volto e l'effettivo caricamento del desktop. Li ritengo dei bug perché sono frequenti ma non la norma, e perché sembrano proprio una questione legata all'ottimizzazione energetica.

Un contentino arriva dalla nuova porta USB-C sul lato. Surface Go si può caricare con alimentatore USB-C compatibile da 30 o 45 watt, o anche da un battery bank dalla portata simile. Sconsiglio i modelli con meno potenza (tipo quelli degli smartphone) perché il sistema è progettato in modo da sfruttare Volt e Ampere al loro massimo durante la prima fase di carica (fino all'80% circa) per poi passare ai valori più blandi di un caricabatterie da cellulare. Da BIOS, volendo, si può fare in modo che la carica non arrivi mai al 100% così da aumentare la longevità della batteria.


In queste righe conclusive segnalo come il supporto Linux di Surface Go sia poco problematico. Si può avviare una distro Linux da USB preparata con UEFI e vedere solo la scheda wireless Qualcomm Atheros non riconosciuta. Bisogna installare i binari giusti per farla partire, così come regolare un paio di aspetti per avere un sistema meglio supportato. Niente di difficile; consiglio il gruppo SurfaceLinux su Reddit e, in particolare, questo post dedicato a Linux sul Go.

Surface Go può sorprendere se vi basta la sua autonomia e se siete disposti a spendere quanto per un ultraportatile più comodo e potente. I diretti rivali di Surface Go restano i Surface Pro, e questo è un po' il difetto nella strategia di Microsoft. Ha un buon equilibrio hardware e l'interazione più flessibile della categoria 2-in-1. Di un altro livello rispetto a iPad Pro o ai tablet Android con tastiera, resta un prodotto per pochi. Da tenere d'occhio in attesa di un prezzo migliore. Molto migliore.

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Sorgente articolo: HDblog.it https://goo.gl/WSP7jk

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